Horizon 2020
Nell’ambito dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per la Programmazione 2014-2020, circa 70 miliardi sono destinati a progetti di Ricerca e Sviluppo allo scopo di rendere il tessuto imprenditoriale europeo più competitivo.
Abbiamo discusso il tema con Camillo Zola, Presidente di Europartner, società di Consulenza specializzata nell’accompagnamento delle imprese nella richiesta di finanziamenti a fondi perduto livello regionale, nazionale ed europeo.
Cos’è Horizon 2020 e quali obiettivi si pone?
<< Horizon 2020 è il Porgramma Quadro europeo di Ricerca e Sviluppo e intende consolidare la leadership industriale della UE nell’ambito dell’innovazione, sostenendo soluzioni che affrontino le principali sfide comuni al popolo europeo, quali: cambiamento climatico, sviluppare trasporti e mobilità sostenibili; rendere le energie rinnovabili più convenienti, assicurare la sicurezza alimentare. Rispetto allo scorso Settimo Programma Quadro il nuovo strumento è molto più orientato al mercato, puntando sullo sviluppo di prodotti, processi o servizi innovativi.>>
Parlando di progetti europei di ricerca e sviluppo spesso si ha l’impressione che i bandi siamo alla portata esclusiva delle grandi imprese, sulla base della sua esperienza conferma quest’opinione comune?
<<Assolutamente no, anzi ai bandi possono partecipare imprese di ogni dimensione, oltre che enti pubblici, ONG, Università. La novità di Horizon 2020 tra l’altro è quella di aver previsto un accesso agevolato per le PMI per garantirne una maggiore partecipazione.>>
Accesso agevolato? Di che si tratta?
<<Esatto. Si tratta del SME-Instrument ovvero una linea trasversale ai Pilastri Leadership Industriale e Scienza Eccellente che consente alle PMI di presentare la propria proposta progettuale o in un’unica soluzione oppure avvalendosi di due fasi di presentazione. Questa seconda soluzione è una novità assoluta rispetto alla scorsa programmazione del 7PQ. In pratica, nel corso della cosiddetta fase 1 la PMI presenta uno studio di fattibilità che viene valutato dagli Esperti. Se lo studio è valutato positivamente l’azienda riceve un contributo a fondo perduto da € 50.000 per redigere la domanda completa e andare in e fase 2. La Commissione europea valuta poi la proposta e decide se finanziare il progetto o meno. In questo modo la commissione europea “co-investe” con l’azienda nella scrittura del progetto, puntando sui progetti che possono avere maggiore successo sul mercato. Sulla base della nostra esperienza possiamo dire che le PMI stanno salutando questa nuova modalità operativa con entusiasmo, tanto che la prima cut-off date dei bandi di giugno scorso ha avuto grande risonanza. Europartner ha accompagnato in questa prima call molte PMI, adesso siamo in attesa dei primi risultati.>>
Ma i contratti di rete – situazione tipicamente italiana - possono partecipare?
<< Certamente. Possono partecipare sia i contratti di rete con personalità giuridica sia le reti-contratto, ovvero quelle senza personalità giuridica, purché quest’ultime rispondano a delle condizioni specifiche.>>
Quali?
<<Il mese scorso la Commissione europea ha precisato che anche le reti – contratto possono partecipare purché il contratto di rete abbia autorizzato l’organo comune ad agire e assumere obbligazioni in nome e per conto della stessa rete, intesa quale gruppo di imprese e non in nome delle singole aziende; il contratto di rete preveda lo stanziamento del fondo patrimoniale a garanzia delle obbligazioni assunte dall’organo comune. Infine la durata del contratto sia almeno equivalente alla durata del progetto, per garantire la protezione dell’interesse economico dell’Unione Europea.>>
Abbiamo discusso il tema con Camillo Zola, Presidente di Europartner, società di Consulenza specializzata nell’accompagnamento delle imprese nella richiesta di finanziamenti a fondi perduto livello regionale, nazionale ed europeo.
Cos’è Horizon 2020 e quali obiettivi si pone?
<< Horizon 2020 è il Porgramma Quadro europeo di Ricerca e Sviluppo e intende consolidare la leadership industriale della UE nell’ambito dell’innovazione, sostenendo soluzioni che affrontino le principali sfide comuni al popolo europeo, quali: cambiamento climatico, sviluppare trasporti e mobilità sostenibili; rendere le energie rinnovabili più convenienti, assicurare la sicurezza alimentare. Rispetto allo scorso Settimo Programma Quadro il nuovo strumento è molto più orientato al mercato, puntando sullo sviluppo di prodotti, processi o servizi innovativi.>>
Parlando di progetti europei di ricerca e sviluppo spesso si ha l’impressione che i bandi siamo alla portata esclusiva delle grandi imprese, sulla base della sua esperienza conferma quest’opinione comune?
<<Assolutamente no, anzi ai bandi possono partecipare imprese di ogni dimensione, oltre che enti pubblici, ONG, Università. La novità di Horizon 2020 tra l’altro è quella di aver previsto un accesso agevolato per le PMI per garantirne una maggiore partecipazione.>>
Accesso agevolato? Di che si tratta?
<<Esatto. Si tratta del SME-Instrument ovvero una linea trasversale ai Pilastri Leadership Industriale e Scienza Eccellente che consente alle PMI di presentare la propria proposta progettuale o in un’unica soluzione oppure avvalendosi di due fasi di presentazione. Questa seconda soluzione è una novità assoluta rispetto alla scorsa programmazione del 7PQ. In pratica, nel corso della cosiddetta fase 1 la PMI presenta uno studio di fattibilità che viene valutato dagli Esperti. Se lo studio è valutato positivamente l’azienda riceve un contributo a fondo perduto da € 50.000 per redigere la domanda completa e andare in e fase 2. La Commissione europea valuta poi la proposta e decide se finanziare il progetto o meno. In questo modo la commissione europea “co-investe” con l’azienda nella scrittura del progetto, puntando sui progetti che possono avere maggiore successo sul mercato. Sulla base della nostra esperienza possiamo dire che le PMI stanno salutando questa nuova modalità operativa con entusiasmo, tanto che la prima cut-off date dei bandi di giugno scorso ha avuto grande risonanza. Europartner ha accompagnato in questa prima call molte PMI, adesso siamo in attesa dei primi risultati.>>
Ma i contratti di rete – situazione tipicamente italiana - possono partecipare?
<< Certamente. Possono partecipare sia i contratti di rete con personalità giuridica sia le reti-contratto, ovvero quelle senza personalità giuridica, purché quest’ultime rispondano a delle condizioni specifiche.>>
Quali?
<<Il mese scorso la Commissione europea ha precisato che anche le reti – contratto possono partecipare purché il contratto di rete abbia autorizzato l’organo comune ad agire e assumere obbligazioni in nome e per conto della stessa rete, intesa quale gruppo di imprese e non in nome delle singole aziende; il contratto di rete preveda lo stanziamento del fondo patrimoniale a garanzia delle obbligazioni assunte dall’organo comune. Infine la durata del contratto sia almeno equivalente alla durata del progetto, per garantire la protezione dell’interesse economico dell’Unione Europea.>>
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